Racconto di Valeria Paci

(Prima pubblicazione)

 

 

C’era una volta e c’è ancora il viaggio che Babbo Natale compie ogni anno a dicembre attraverso i cieli del mondo. Questo è il racconto di quella volta che quel sant’uomo per la prima volta vide la Sicilia.

Arrivato allo stretto di Messina le renne cominciarono a boccheggiare. I pescatori appena lo videro arrivare da villa San Giovanni guardarono quel bizzarro gruppo con non poco stupore. “Buongiorno, brava gente”

“S’abbinirica, ma lei chi è? ”

“Sono Babbo Natale e vengo dalla Lapponia per portare i doni ai bambini buoni”

“Senta a me” disse quello più spigliato “si faccia chiamare Papà. Non vorremmo che la gente del posto fraintendesse le sue buone intenzioni… Sa, con tutta quella pelliccia, le renne che parlano e tutti questi regali gratis potrebbe passare, scusi se glielo dico, per fesso”

“Va bene brav’uomo, mi dica di grazia qual è la strada più breve per attraversare l’isola? ”

“Isola? Il continente vorrà dire. Se lei cecca neve, qua neve non ne trova assai assai. Sintissi a mia. Uora appoi noi le prestiamo una barca a vela, non s’ha preoccupari per le renne, ce le guardiamo fino a che non torna. Si pigghiassi ‘na para di delfini che tanti ce ne sono qua, si facissi puttari peri peri, anzi mari mari”

“Oh Santa Claus, e come farò senza neve, senza camino …ma almeno le notti stellate qua al Sud ce le avete? Gli abeti, le lucine, ci sono?”

“Papà, o papà Natale, camini picca ci nnè, il sole ci scalda tutto l’anno ma i regali li può calare attipo conzo o con la rizza, la rete da pesca”

“Ma i bambini sentiranno freddo in acqua”

“Forse i bambini di oggi, noi alla loro età a mare ci stavamo tutto l’anno fino a quando per l’Immacolata ogni barca sia tirata, e si giocava a riva”

“Ci sono degli alberi illuminati che mi indicheranno dove sono le case?”

“Alberi quanti ne vuole, ma non deve cercare le lucine. Segua ‘u ciauru. Ciauru di mannarini e d’aranci, ciauru di lumìa”

Babbo Natale a quel punto un po’ stranito ma euforico allo stesso tempo, salpò sulla sua nuova meravigliosa slitta acquatica guidata dai delfini. Cavalcava le onde felice come un bambino, percorse il mare da Messina a Portopalo a Mazara del Vallo. Impiegò in verità numerosi anni per compiere il periplo dell’isola poiché tanti erano i bimbi da salvare e tantissime le braccia da tirare a bordo. Passò tutto l’inverno per aiutarli tutti.

Quando approdò finalmente sulla terraferma era Primavera e cominciò a seguire i ciauri. Si lasciò inebriare da odori mai sentiti prima e così, tra gelsomini e zagara, arrivò un altro Autunno. Un’arancia più grossa delle altre lo svegliò da un pisolino lungo quanto certe sere di novembre in un qualunque paese di provincia. Senza che se ne rendesse conto, era finito in un agrumeto sterminato: palline e palline gialle e arancioni punteggiavano il campo. Guardò le stelle che erano sempre tante generose e belle e capì che era arrivato il momento di andare a recuperare la slitta e ripartire verso le zone fredde.

Giunto a Messina, trovò le sue renne belle cicciottelle, piene di sonaglini e pon pon di lana, stavano ballando la famosa tarantella jingle bells. Con le lacrime agli occhi salutò i pescatori dello stretto.

“Papà, papà nun facissi accusì, noi la capiamo, tutti quelli che vengono in Sicilia restano ammajarati. Qua siamo, l’aspettiamo quando ne sentirà bisogno”.

“Grazie, grazie, sapeste… me ne hanno fatte di tutti i colori in questi anni, sono pure diventato testimonial della coca cola. Prima di compiere questo viaggio, non conoscevo bene il mare, da dentro voglio dire, finora lo avevo solo sorvolato. Non avevo mai visto tanti alberi colorati dai frutti e non sapevo che così tanta gente sarebbe rimasta priva dei miei doni in fondo al mare… se solo non mi fossi avventurato.

Nelle vostre voci dialettali ho riconosciuto le tracce lasciate dai Greci, dai Romani, dagli Arabi, dai Normanni, dagli Spagnoli e ho capito che l’immagine che mi ero fatta di voi era totalmente sbagliata.

Grazie a voi, grazie a quest’isola triangolare che cambia a ogni angolo ho imparato che non c’è un Nord, non c’è un Sud, ma siamo tutti al centro di un unico grande caleidoscopio che si chiama mondo”.

Detto questo, dopo aver fatto un bel respiro, impennò.

Buon Avvento, grandi e piccini, non temete: Papà Natale arriverà anche qua, ormai la strada la conosce bene.