Racconto di Marinella Giuni

(Quinta pubblicazione – 19 maggio 2019)

 

Una piccola chioma bianca sobbalzò, spaventata dal temporale e volse lo sguardo lontano. Vide coppie di angeli dorati che con un pennello coloravano il cielo: attingevano i colori dal sole e qualcuno, più temerario, scendeva sino al suolo per rubare il verde ai monti ed il blu alle acque.

Cercava poi il rosso della terra per rendere infuocato il tramonto che avrebbe di lì a poco regalato ai bambini e agli amanti, che certo attendevano da una panchina o da un balcone.

La piccola chioma bianca contemplò il lavoro degli angeli e poi, perché la sua presenza non fosse inutile, colse un cesto di piccole nuvole e le pose ciascuna in un raggio di sole, come infilando tanti piccoli anelli.

Nel fuoco della sera d’inverno lunghe dita nere, svettanti da caverne maleodoranti, si rivolsero al cielo, reclamando a gran voce bellezza.

E silenzioso il sole calò, regalando lampi di rosso, rosso acceso come vernice versata su di una pianura che, il giorno, si estende incolore fino a confondere i propri confini.

Perché tutti, ad un tramonto, possono chiedere di più.