Carl Gustav Jung

 

 

È facile amare qualcun altro, ma amare

ciò che sei, quella cosa che coincide con te,

è esattamente come stringere a sé un ferro

incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero

supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun

altro è immancabilmente una fuga da tutti noi

sperata, e goduta, quando ne siamo capaci.

Ma alla fine i nodi verranno al pettine:

non puoi fuggire da te stesso per sempre,

devi fare ritorno, ripresentarti per quell’esperimento,

sapere se sei realmente in grado d’amare.

È questa la domanda

– sei capace d’amare te stesso? –

e sarà questa la prova.