Fiaba popolare

 

 

Redazione (L) Un tuffo nel passato, quando nelle lunghe sere invernali, gli unici luoghi davvero caldi erano le stalle e le famiglie contadine si riunivano tra paglia e animali per scaldarsi.

Durante questi incontri, chiamati filò (dal verbo filare, attività che occupava le donne in queste occasioni) si raccontavano storie e filastrocche: gli adulti narravano e i bambini ascoltavano. Tradizione tipica del trevigiano.

 

Una volta una donna chiama la sua bambina e le dice: ‘Stasera per cena vorrei preparare delle frittelle ma mi manca la padella di ferro per friggerle.

Vai da tuo zio Zucon e fattela prestare, ma mi raccomando chiedi per piacere e salutalo come si deve, perché sai che è fatto a modo suo!’.

Questa bambina parte a malincuore, perché lo zio le fa paura: corre voce che sia un mago, uno stregone e che se si arrabbia mangi anche i bambini!

Potete credere che la bimba bussando alla porta dello zio Zucon tremasse come una foglia.

‘Buona sera zio Zucon come state?’ chiede timidamente la bimba.

E lui con voce da intimorire chiunque: ‘Dimmi ciò che vuoi e poi sparisci’

La bambina gli chiede la padella di ferro e non appena ricevutala scappa via come un fulmine.

Sua mamma cuoce le frittelle e poi ne prepara un bel po’ nella padella, coprendole con un canovaccio, e rimanda la bimba dallo zio con tanti ringraziamenti.

E siccome lo zio apprezza il buon vino, scende in cantina a prendere una bottiglia di rosso, e la ripone nel paniere, raccomandandosi di non farla cadere lungo il tragitto.

Ma mentre cammina la bimba è attratta dal meraviglioso profumo delle frittelle ancora calde e cede alla tentazione di assaggiarne una .. poi un’altra e quindi una altra ancora, fino a quando non le mangia tutte.

‘Oh mio Dio ora che le ho mangiate tutte come devo fare?’ e mentre è lì che piange disperata passa un somaro che si mette a fare i suoi bisogni. La bambina guarda bene quegli escrementi rotondi e fumanti come le frittelle e senza pensarci più di una volta ne raccogli alcuni e li mette nella padella e coprendoli con cura con il canovaccio li porta allo zio Zucon.

Ma si sa..le frittelle fanno sete, e la bimba pensa che un goccio di vino non le farà certo male, e cede alla tentazione di assaggiarne un sorso.. poi un’altro e quindi una altro ancora, fino a quando non ha vuotato la bottiglia.

‘Oh mio Dio ora che l’ho bevuto tutto come devo fare?’ e mentre è lì che piange disperata si accorge di una pozzanghera lungo la via. La bambina guarda bene quell’acqua torbida e senza pensarci più di una volta ne raccoglie una bottiglia intera e la ripone nel paniere da portare allo zio Zucon.

Ma mentre sta tornando a casa sente da lontano lo zio che urla. ‘Brutta strega! Cosa mi hai portato da mangiare? Escrementi di asino? E cosa mi hai portato da bere! Acqua di fogna? Ah vedrai stanotte verrò a prenderti ed a mangiarti!’.

La povera bimba corre a più non posso verso casa dove arriva con il fiatone ed a stento racconta alla mamma che la notte seguente lo zio verrà a mangiarla. ‘Su sciocchina perché lo zio dovrebbe venirti a mangiare visto che gli ho mandato anche le frittelle?’. La figlia racconta tutta la storia alla mamma che dice: ‘Ti saresti meritata di essere mangiata, perché sei stata veramente cattiva, ma sei anche mia figlia e qualcosa dovrò pur fare!’

Per prima cosa si barricano in casa e poi, con infinita pazienza, la mamma infila centinaia di spilli nel piumino, lo mette sopra il letto, mentre loro due, abbracciate strette, si ficcano sotto le coperte… Dopo un po’ sentono: ‘Sono sul camino’, ‘Raggomitolati piccola mia raggomitolati ‘ dice la mamma.

‘Sono in salotto’ – ‘Stringiti a me figlia mia stringiti a me’

‘Sono in cucina’ – ‘Raggomitolati piccola mia raggomitolati!’

‘Sono dietro la porta della camera!’ – ‘Stai buona piccola mia stai buona’

‘Sono in camera!’ – ‘Stringiti a me figlia mia stringiti a me’

‘Sono ai piedi del letto!’ – ‘Ficcati sotto piccola, ficcati sotto’

‘Ecco che ti ho preso…’ e lo zio Zucon si butta sopra il letto per afferrare la bimba ed invece si punge da ogni parte: sulla pancia, sullo stomaco, sul viso e così urlando ed imprecando scappa via senza farsi vedere mai più né dalla bimba né dalla mamma.

 

 

Da http://raccontiamoci-attorno-al-fuoco.blogspot.com

 

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