Poesia di Melania Ferrari

 

 

 

Ogni attimo è scrittura della vita,

ogni attimo è paginetta di lettura,

se un passo fuori da essa si fa.

 

Ogni giorno ha le parole nostre e

di un Fato che conosce tutti i generi

e soffia sui nostri alfabeti perché

si creino commedie,

tragedie,

avventure

nel nostro risicato spazio bianco.

 

Si nasce ingenui per scrivere e leggere fiabe

di “felici e contenti”.

Ma ha inizio la Storia delle storie

che non si accontenta

capricciosa

di due sorridenti aggettivi.

 

L’ultima fiaba che mi narrasti Tu

ebbe Te come protagonista.

Magistrale fosti nel ruolo di Addormentata,

ostinata a non farsi destare,

ieratica in un letto che di regale

nulla aveva,

immobile in un sonno

con occhi sordi alla mia voce

sussurrante a te parole lacrimanti

che si persero insieme a me,

schiuma argentea

ridotta in brandelli

da un mare tracotante

di fronte a un definitivo rifiuto

e a un’umanità troppo fragile.

 

Ma negli abissi non rimasi,

ma due amabili nani ribelli

con animo rotondo

mi donarono l’ossigeno,

vincitore dell’apnea di dolore

che mi aveva spento il respiro.

 

Così vissi cercando liberi aggettivi.

-°-

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