(Pubblicato il 12 giugno 2020)
(Poeticon leggìo di Maria Letizia Pecoraro – Fabrizio De André)
La poesia è varia, sfaccettata, dimessa o altisonante, celebrativa di gesta eccellenti, registro dolente di grandi sofferenze o ilare sottolineatura di bellezza. Qualche volta la poesia è anche cantata, si veste di note per giungere laddove forse in altro modo non potrebbe, per raccontare ciò che forse resterebbe ignoto.
Fabrizio De André è poeta, cantore di ballate dolenti, ironiche, malinconiche, amare, dolcissime.
Ogni sua canzone è una manciata di poesia che trasuda cultura, sensibilità, credo politico e religioso, nel senso più vergine.
Il suonatore Jones è un canto della libertà, dai condizionamenti delle convenzioni, del denaro, delle ambizioni a favore del più puro amore per la musica.
Leggiamola ed ascoltiamola insieme.
In un vortice di polvere
Gli altri vedevan siccità
A me ricordava
La gonna di Jenny
In un ballo di tanti anni fa
Sentivo la mia terra
Vibrare di suoni, era il mio cuore
E allora perché coltivarla ancora
Come pensarla migliore
Libertà l’ho vista dormire
Nei campi coltivati
A cielo e denaro
A cielo ed amore
Protetta da un filo spinato
Libertà l’ho vista svegliarsi
Ogni volta che ho suonato
Per un fruscio di ragazze
A un ballo
Per un compagno ubriaco
E poi se la gente sa
E la gente lo sa che sai suonare
Suonare ti tocca
Per tutta la vita
E ti piace lasciarti ascoltare
Finii con i campi alle ortiche
Finii con un flauto spezzato
E un ridere rauco
E ricordi tanti
E nemmeno un rimpianto
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