Racconto di Carlo Alberti

(Seconda pubblicazione – 11 gennaio 2019)

 

All’improvviso è uscita fuori dall’uovo di Pasqua la sorpresa: la Madonna Vergine, proprio lei in persona. Un foulard rosa, scarpe basse da liceale, un golfino aziendale.

Silvia, fremente, si accomoda sulla mia cosce scoperte da giornate caldissime. Siamo in un luogo ammuffito, umido, per preparare delle letture sull’Amore, l’Eros.

Ero allibito, stupefatto e nel mio estratto conto cerebrale c’era una macchia scura a forma di punto interrogativo (?).

Via via il punto di domanda scompare, sfiorisce rapidamente, senza essere più un ingombro razionale, della ragione che prevale sulla pulsione della debolezza della carne. La stessa carne che nel tempo avrà altre sperimentazioni animali.

Il mio sistema emotivo trova sconquassi vertiginosi con l’andare del tempo e incontra nuovi luoghi per sfoghi fisiologici dopo lunghe attese e telefonate e parole scritte al vento che le conserva nello sparpaglio caoticamente ordinato.

Silvia è l’evoluzione della specie non intellettuale. Ha adattato, in un ampia proiezione idealizzata, i suoi abiti di scena. Ha ristrutturato la sua fisicità, disperdendo, in amore, il suo erotismo che la madre natura gli ha donato in dote.

Silvia mi ha raccontato buona parte della sua esistenza in vita, più di quanto abbia fatto io con lei. Ora, dopo oltre cinque anni, ne conosco i motivi, quelli più inconfessabili che risiedono in alto, sotto la sua chioma fluente e profumata di shampoo e balsamo all’estratto di mughetto.

Un marito, o meglio ha sposato un uomo circa vent’anni fa, e ha procreato, come Dio comanda, una figlia e dopo poco un’altra, sempre come il Divino prescrive.

La notte rientra a casa, la casa delle vacanze al mare, e fa di tutto affinché lui non abbia incertezza alcuna. E lei ammette, per la prima volta.

Aveva deciso, in quelle due sere, di reagire all’aggressività che sentiva verso di lui, contrapponendosi, per come poteva, all’idealizzazione dell’opposto che aveva trovato in me.

Lei, inconsciamente, si serve di ragioni “convenienti.” Utilizza la razionalità per giustificare comportamenti e ragionamenti. Argomenta la sua unione di coppia angosciosa.

Razionalità e idealizzazione entrano in contrasto e si sfracellano in una incontenibile angoscia e dolore.

E’ a quel punto che le viene in soccorso la regressione, affinché possa liberarsi di uno stadio e ritornare ad un altro precedente.