Racconto di Mariapia Pasini
(Prima pubblicazione)
La piccola Zaynab nacque a Gerusalemme dove la sua famiglia viveva da anni e trascorse l’infanzia affidata alla nonna. Sua madre era morta dandola alla luce e al padre non fu possibile occuparsi di lei, il lavoro non glielo permetteva.
La nonna aveva una passione speciale per tutto ciò che spuntava dal terreno, che fosse commestibile o semplicemente decorativo ed era dotata di un talento naturale per far crescere piante e fiori e forse fu per questo che alla neonata fu dato il nome Zaynab, sostantivo che significa fioritura, fiore del deserto.
E Zaynab sembrò destinata dal suo nome ad occuparsi di natura. La bambina riproduceva con matite colorate tutto ciò che cresceva intorno alla sua casa e nel villaggio e fu presto conosciuta in paese come “la bambina che dipinge la natura”. Non aveva bisogno di allontanarsi troppo dal villaggio situato sui monti Faqqua ad est di Gerusalemme, per trovare fiori da disegnare. In quella zona la terra era particolarmente fertile.
Ulivi, fichi, agrumi, carrubi, pistacchi, acacie crescevano spontaneamente in abbondanza, all’inizio seminati e piantati dagli abitanti del villaggio e, in seguito, favoriti dalla fertilità del terreno, grazie all’autodisseminazione.
La nonna, negli anni, si era fatta complice della natura e aveva seminato intorno alla casa fiori di ogni colore, anche eduli: nasturzi, tageti, tulipani, ciclamini, orchidee.
Zaynab ne adorava uno in particolare, l’Iris Faqqua o Iris reale che, oltre alla bellezza della corolla, incantava per il profumo. L’iris Faqqua è il fiore nazionale della Palestina che fiorisce a fine primavera: un solo fiore su un unico stelo alto fino a 70 cm. che emana un profumo soave e cresce in gruppi attorno al villaggio di Faqqua, un’oasi naturale protetta.
Poi tutto cambiò per la rivalità tra i popoli che sfociò in una disastrosa guerra che tutto distrusse senza risparmiare nulla, nemmeno le bellezze naturali che Zaynab tanto amava.
L’Autorità per la qualità dell’ambiente ( EQA) nulla poté contro la cattiveria e l’ottusità umana. Il parco naturale finì nel dimenticatoio e tutto divenne morte e macerie, nulla crebbe più in quel terreno
martoriato.
Zaynab si aggirava tra le macerie nella speranza di trovare qualche fiore superstite, sapeva che la natura era dotata di una forza straordinaria, capace di sorprendere e far rinascere la speranza.
Poi, in un inverno particolarmente freddo, successe qualcosa di miracoloso: il 27 dicembre, tra le macerie del villaggio, spuntò un Iris Faqqua a conferma che tutto è possibile, anche quando la speranza è morta. Nessuno seppe spiegare questo evento straordinario, nemmeno i naturalisti più esperti, ma questa fioritura fuoristagione ebbe un effetto positivo sullo stato d’animo di Zaynab e degli abitanti del villaggio. Quella fioritura fuori stagione fu interpretata come un presagio di eventi positivi, che al momento sembravano utopici.
La fine del conflitto poteva diventare realtà e avrebbe potuto sorprenderli. Una serie di condizioni, al momento impensabili, poteva verificarsi e permettere di tornare a vivere in pace.
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