Racconto di Melania Ferrari

(Quinta pubblicazione)

 

È faticoso essere la donna a cui dare le colpe, ma so di essere in buona compagnia. Poi questi millenni di riposo mi hanno aiutato a superare il fatto che c’è sempre bisogno di puntare il dito contro qualcuno per gli esseri umani. Lo fanno istintivamente quindi non sarò certo io, contro cui infiniti indici sono stati comodamente puntati, a cambiare la bizzarra natura.

Io sono Pandora, quella che ha aperto il vaso contenente tutti i mali che hanno costituito il corredo della vita umana. Quante versioni ho sentito sulla mia storia, ma solo io so perché ho aperto quel caso: perché tanti mi martellavano con l’imperativo “Apri!”, non avendo il coraggio di compiere un gesto semplice. E io, pensando che dovessi accontentarli, ho scoperchiato il proibito. Così tutti contenti per esserne usciti puliti, soddisfatti nella loro curiosità e nel contempo irati con me perché c’erano tanti nuovi “ospiti” indesiderati sulla Terra. Come se poi gli esseri umani fossero creature candide e immacolate, scevre da qualsiasi pensiero che sa di male … Baggianate.

Ora sono di nuovo qua, tra tutti questi esseri. Non so perché. Forse per una ricognizione dello stato in cui versa la natura umana?  O della lista dei mali?  O dello stato di salute della Speranza.? Mi sono accorta, già in così poco tempo, che gli uomini sono riusciti a girarla come un calzino vedendola come la possibilità di un futuro “negativo” per gli altri. La Speranza doveva essere invece l’unica occasione per l’uomo di non essere così “uomo”, così legato alla terra, che non sarà mai sua. Lui passa e basta mentre tutto il resto… resta.

Comunque sono in giro per la Terra da un paio di giorni e ho pronto un aggiornamento del vaso nefasto al ventunesimo secolo.

I mali che erano comparsi alla prima apertura sembrano averne figliato altri.

Tutto mi sembra essere amplificato nel negativo… Pensavo che la mia storia fosse servita a qualcosa, oltre che a perpetrare questa immagine buia di noi esseri femminili. Invece no, o meglio, non c’è solo questo. La Guerra sembra uno strato, un’atmosfera che avvolge questo mondo, aria respirata come ossigeno, anzi fatta respirare anche a chi vorrebbe turarsi il naso perché sa quanto è mortifera. Puzza questa miscela di odio, incapacità di accettare la propria piccolezza, bisogno pazzo di crearsi un nemico.

Vediamo però ora cos’ho qui dentro, in questo vaso versione moderna affidatomi dalle divinità. Forse il contenuto è stato aggiornato… Sono curiosa anch’io.

Apro quindi e guarda che c’è!

Caspita! Posso pensare che l’umanità sia così arida di bene da provocar pietà anche in Chi sta in Alto. Non credevo che i Numi potessero essere più prodighi nei confronti dei terrestri! Ora libero Compassione, Tenerezza, Altruismo, Solidarietà, Generosità, Consapevolezza, Bellezza, Bontà. Di tutto ciò ha bisogno l’uomo. Ma cos’ha combinato in questi secoli?!

Sul fondo però vedo che è rimasto ancora qualcosa… Incredibile! È di nuovo la Speranza! Se c’è anche questa volta sul fondo, forse è stata persa completamente anche lei. Forse bisogna veramente ripartire da qui, dalla base, per vedere gli altri e non disperdere scioccamente il tempo che ci aspetta in ciascuna delle nostre clessidre. I granelli non sono infiniti. Si tratta pur sempre di clessidre umane.

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