Racconto di Anna De Stefano

(Prima pubblicazione – 7 maggio 2019)

 

Comincio a scrivere per dimenticare. Anche questa notte passerà come una rassegna cinematografica.
Anno 1984, il posto un paesino della Campania nemmeno segnato sulle cartine, il tempo quello ansioso della maturità.
Il personaggio principale: Anna.

Anna ha 18 anni, occhi azzurri  pieni, pieni di curiosità, pieni di certezze, pieni di dolcezza.
Anna ha tanti pensieri e nemmeno uno che la riguardi.
Lei deve preoccuparsi della famiglia, non economicamente, ma con tutto il resto, deve fare bene a scuola, deve occuparsi del nonno due volte vedovo, deve dare l’esempio Anna non può innamorarsi, non sarebbe appropriato a meno che non sia in vista un matrimonio.
Allora Anna sogna. Diventerà una cercatrice di diamanti nello Zaire o forse un magistrato antimafia…. Dipende dal giorno
Il posto in cui vive ha regole sociali ferree, oggi si direbbe talebane. E tutti ne sono soggetti.
Non ci si ferma per strada a parlare con qualcuno del sesso opposto, soprattutto non nelle vicinanze di qualsivoglia veicolo
Non si cammina per strade non principali e non sufficientemente illuminate, in caso di spostamenti necessari in ore non diurne
Le donne non guidano
Gli uomini non lavano i piatti né preparano il caffè
Il sabato si mangia brodo
Detersivi pasta e mangime si comprano alla spina
La tv, uso e condivisione, sono attribuzioni ruoli di pater e mater familiae, a seconda di fasce orarie tassativo.
Il telefono tutti i telefoni di tutte le case), hanno il lucchetto, spending rewiew ante litteram,
Ogni lutto è cittadino
Per i vicini di casa del defunto anche di più.
Niente tv almeno per una settimana, discorsi a basa voce e decine di pasti preparati a consolare i parenti più prossimi
A vista, intorno agli occhi chiari, solo infinite distese di noccioleti, orti e niente di altro, proprio niente. A parte il campionario umano, un mulo e i cani randagi.
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