Di Silvana Esposito

(28 novembre 2020)

 

” L’avevo letto in qualche libro di fantascienza, quando ero poco più di un’adolescente”

 

Erano scenari apocalittici causati dalle più disparate possibilità: l’asteroide che si avvicina pericolosamente alla Terra, l’invasione degli alieni, l’intelligenza artificiale che opponeva il suo potere per dominare il mondo … la formazione di un’oscura sostanza che a mano a mano si nutriva di tutti gli scarti , fuoriusciva dagli scarichi e si cibava degli esseri umani che incontrava nella sua rapida crescita … fino al malefico virus creato da una mente malefica per sovvertire l’ordine mondiale …

Eccoci a vivere quello che soltanto la fantasia era riuscita a preconizzare.

Il virus mortale che porta morte e distruzione in tutto il mondo. Il virus invisibile che ferma ogni attività e che costringe ogni essere umano a nascondersi nella propria solitudine senza possibilità di contatti umani.

Ognuno nella propria casa. Tutti increduli. Ma intanto la TV, la Radio e i Social (e benediciamo la tecnologia) rinviano notizie di contagi, di ospedali al collasso, di medici e di infermieri stremati, di morti, migliaia di morti in ogni parte del mondo, di bare accatastate, di cimiteri esauriti, di forni crematori in piena attività, di fosse comuni.

Il nemico è invisibile. Così ci si accorge che qualsiasi arma è inutile, bombe, razzi, mitragliatrici non servono a colpire questa entità microscopica che si cela agli occhi e che se ti incontra è capace di distruggerti, di colpire il tuo cuore i tuoi polmoni, i tuoi reni … il tuo cervello.

Apoteosi. Ecco come l’intelligenza umana viene sconfitta da ciò che non si riesce a comprendere. Allora ci si chiede se l’entità sia dotata di una sconosciuta forma di intelligenza. Ci si chiede come sia possibile che l’Uomo, essere capace di sottomettere la natura e di innalzarsi fino a raggiungere spazi siderali, si lasci sopraffare da un cosetto, un corpuscolo, un niente, un affaruccio perlopiù invisibile che utilizza una gocciolina di saliva, un granello di polvere, un alito di vento per invaderci, per insediarsi in una cellula del nostro corpo e lì riprodursi vorticosamente e prendere possesso della nostra vita.

Utilitarismo sconfinato il suo in una azione di penetrazione programmata ed ineluttabile. Già, programmata nel codice genetico che lo contraddistingue, così come la sua sopravvivenza condizionata dalla qualità delle cellule che incontra.

Microrganismo Invisibile come un’idea, come un pensiero; e risulta difficile immaginare la potenza distruttiva che inocula, perché non c’è il segno della ferita, non vi è traccia del trauma provocato dal contagio, la comparsa del suo ingresso avviene molto tempo dopo: è un ospite che si nasconde fino a quando manifesta i suoi devastanti effetti.

Invisibile penetra nell’organismo e parassita il sistema cellulare e si replica e si diffonde come un pensiero maligno, come un’ossessione che si radica nella mente e che invade l’anima fino a snaturarla, a renderla asfittica in un processo autodistruttivo.

Di fronte a questo evento insondabile la fantasia intreccia metafore crudeli; come quelle fiabe nelle quali il racconto è carico di incontri ed episodi che contengono una narrazione del male da cui si impara a difendersi, un insegnamento, una morale.

Scavo e incontro un significato ancor più insondabile dell’evento stesso:

è l’invisibile che ci sovrasta che rende questo incubo, in cui tutto il pianeta è immerso, ancor più misterioso e inesplorato. Dimensione sconosciuta e inconoscibile.

Questo microrganismo che pochi ricercatori hanno rilevato attraverso gli strumenti che consentono loro di osservarlo, di sezionarlo, di studiarne le dimensioni, la struttura, la formazione genetica, potrebbe apparire come un castigo divino, una rivolta della natura, una rivoluzione biologica.

Eppure ci sentivamo onnipotenti. Nella nostra arroganza pensavamo di poter tiranneggiare l’Universo.

L’invisibile…

Questo virus ha spiazzato le grandi menti che studiano la sua continua mutazione, la sua capacità di penetrazione, la sua sopravvivenza al di fuori delle cellule, il suo periodo di incubazione e la sua capacità di trasmissione tra un individuo e l’altro.

Di questo virus si conosce il nome, la fisionomia, l’ Rna fino alle sue sequenze più intime, si conosce il suo percorso e gli innumerevoli danni che produce; ma resta  misteriosa e ancora introvabile la cura farmacologica che lo sconfigga.

Invisibile.

La frammentazione, la riduzione della materia, e viceversa l’aver realizzato strumenti che ne consentano la visibilità o la tracciabilità, non permette di valutare la complessità ed il significato della vita (e per vita intendo ogni forma biologica che nasce cresce si riproduce e muore)

E come se la scissione tra la scienza e la spiritualità, invisibile per antonomasia, costituisse un’incolmabile frattura per la comprensione del tutto.

La complessità dell’esistenza non è forse da considerare nella sua UNIVOCITA’?

Siamo rimasti alla valutazione esclusiva di ciò che percepiamo attraverso i nostri sensi, attraverso la nostra coscienza. E da lì partiamo per la nostra analisi razionale, e da lì ne consegue la sintesi.  Una sintesi che non soddisfa le domande che da sempre l’Uomo si pone. È una sintesi che appaga il bisogno del momento, che soddisfa il benessere materiale.

Bisogno il cui appagamento è divenuto catena di consumi.

Catastrofico evento pandemico che mette gli scienziati del pianeta di fronte alla frenetica necessità di scoprire e sperimentare una rapida soluzione per debellare la sconosciuta mutazione virale.

Noi umani siamo miserabili esseri alla mercè di un’entità invisibile, di un infimo corpuscolo che diffonde la morte e che conduce alla malefica trasformazione delle relazioni, ma questo virus è anche messaggero di un inequivocabile grido di allarme:

SI STA SUPERANDO IL LIMITE. Non siamo padroni del mondo.

E LA NATURA SI STA RIBELLANDO.